giovedì 12 gennaio 2012

Aveva in tasca un biglietto...

Aveva in tasca un biglietto. Claudio prese a rigirarselo tra le dita, mentre con voce annoiata liquidava Paolo che al telefono ci provava ad incastrarlo con il solito calcetto del giovedì.  Chiusa faticosamente la telefonata, guardò brevemente il biglietto prima di accartocciarlo e buttarlo, convinto fosse un inutile scontrino, pronto magari a rinfacciargli qualche acquisto librario compulsivo. "Sandy, 21:00, Via Malaspina 5", lesse a mezza voce. Non ricordava quella nota: la calligrafia era maschile, ma non era la sua zampa di gallina. Frugò di nuovo nella tasca per cercare qualche indizio chiarificatore e, non trovando nulla, pensò che qualcosa si potesse essere perso nel buco che si dimenticava sempre di rattoppare. Con dita impazienti, Claudio seguì le cuciture senza riuscire a trovare il familiare strappo slabbrato, quindi si bloccò di colpo, ricontrollò la tasca e guardò con stupore il cappotto che indossava: non era il suo! Certo era nero, ma non aveva gli stessi bordi consumati, un po' lucidi, e quel particolare odore misto di pioggia e sandalo - non una sua raffinatezza, ma retaggio di una ex che aveva ricoperto tutto l'armadio con carta profumata, stampata con un fate e folletti che lo guardavano risentiti ogni volta che spalancava ante e cassetti, ma di cui per pigrizia non si era ancora liberato - e aveva perfino tutti i bottoni al loro posto! Doveva aver preso il cappotto sbagliato mentre usciva di corsa dal pub la sera prima, cercando di riprendere Giulio che completamente sbronzo si avviava verso l'auto convinto di tentare proprio quella notte le classificazioni per la Parigi-Dakar. Un momento di distrazione ed eccolo nel cappotto di un altro: nei panni di un altro. L'idea lo fece sorridere, crescendo dentro di lui: quel cappotto era una nuova pelle, gli regalava una nuova identità. Un'identità che, per di più, aveva un appuntamento galante per la serata. O almeno questo era il film che si era immaginato leggendo quelle poche parole sul biglietto spiegazzato. Se lo sentiva: ad aspettarlo all'indirizzo indicato doveva esserci una mora mozzafiato, rimorchiata in chat dal proprietario del cappotto che era poi riuscito a strapparle un primo appuntamento. Gli occhi verdi della meravigliosa creatura tutta curve che abitava al 5 di via Malaspina di sicuro non si erano mai posati sul volto che aveva scritto il biglietto: aspettava un bel principe azzurro in cappotto nero e quel principe sarebbe stato lui! Neppure per un istante Claudio era stato sfiorato dal dubbio di essere preda di uno dei suoi soliti momenti di delirio, scatenati da una fantasia bulimica, capace in pochi istanti di divorare vorace ogni briciola di razionalità. Innaffiava di dopobarba i suoi sogni ad occhi aperti,  mentre si preparava alla serata con la sirena regalo di un cappotto magico e provava davanti allo specchio il suo sorriso da "irresistibile birba", che per anni gli aveva fatto vincere innumerevoli baci con schiocco da zie, nonne e anziane vicine di casa. Finalmente uscì e, tenendo stretto il bavero rialzato contro il freddo, percorse la strada fino all'indirizzo dell'appuntamento quasi volando: ormai quello che indossava non era più un cappotto, ma la tuta di un supereroe. Arrivato in via Malaspina, con un unico fluido movimento s'infilò una manciata di mentine in bocca, spettinò sapientemente il ciuffo e suonò il campanello. Pochi secondi ed ecco apparire nello spiraglio della porta, che si aprì cautamente, una nuvola di riccioli castani, due occhi di miele ambrato e due labbra che schiudendosi in modo seducente formarono le parole "eccoti, finalmente!". Quindi, urlando sguaiata verso l'interno della casa: "Sandy, vieni, è arrivato il tipo che stavi aspettandooooooo!". Claudio si sistemò veloce il cappotto, riuscendo a non impigliarsi nel sorriso a 32 denti che gli attraversava il viso da orecchio a orecchio mentre aspettava ansioso di veder comparire Sandy... e Sandy, al secolo Alessandro (Sandro) Pistocchi, 120 chili di rude simpatia, arrivò sulla soglia: "Credevo quasi ci avessi ripensato, di là è tutto pronto: pochi secondi e il tuo giocattolino potrà pavoneggiarsi come una sposina con il suo anellino splendente" e mentre con una manona a badile sospingeva Claudio verso il lettino nello studio da piercer, con l'altra chiuse la porta.