lunedì 11 marzo 2013

Sibilla e Pierina



Fra le carte e pergamene impolverate conservate nell’archivio dei signori di Angera si trovano, raccolte da un rigore positivistico in una cartella che riunisce, sarcasmo dell'alfabeto, le voci Gioco e Giustizia, le pergamene dei processi  inquisitoriali contro Sibilla e Pierina, accusate, alla fine del XIV secolo a Milano, di essere eretiche relapsae, recidive, di aver senza vergogna seguito la Signora nel Gioco lungo i Sentieri dei Morti, e per questo infine consegnate al braccio secolare per subire la pena del fuoco...
 
Sibilla. Sibilla è il mio nome, ma non ha importanza adesso, mentre spio fra i fili d’erba la danza silenziosa della Signora e delle creature felici. Appaiono e scompaiono al capriccio delle nubi sulla luna, ed il loro silenzio è una musica che scioglie il peso che mi lega a terra. Trattengo il respiro e capisco che tutto è possibile qui ed ora 


Fiele. Il mio nome non è Pierina, qui, per terra, il respiro rotto dalle bastonate di quel vigliacco ubriacone. Non sono Pierina mentre sputo il sangue quasi raggrumato e mi trascino vicino alle braci del fuoco illividito, per scoprire che non sono ancora di pietra.